FA TOGLIERE IL CROCIFISSO PRIMA DEL VOTO. I GD “E’ RELIGIONEFOBIA”
Fa togliere il crocifisso prima di votare, richiesta accordata dal presidente di seggio senza polemiche, ma le reazioni critiche arrivano dopo. Nella sezione 22 a Sulmona della scuola elementare di viale Mazzini, la coordinatrice dell’Uaar (Unione atei e agnostici razionalisti), Liana Moca, prima di entrare nelle cabine elettorali, ha avanzato la richiesta gentilmente al presidente di Seggio di rimuovere il Crocifisso sul muro, perché “‘incompatibile con il principio della laicita’dello Stato'”. Rifacendosi, infatti, al pronunciamento della Corte d’appello di Perugia del 2006 secondo cui si può far togliere il simbolo Cristiano per eccellenza “l’opportunità che la sala destinata alle elezioni sia uno spazio assolutamente neutrale, privo quindi di simboli che possano, in qualsiasi modo, anche indirettamente e/o involontariamente, creare suggestioni o influenzare l’elettore”. Se la donna ha plaudito il gesto del presidente di seggio, interpretandolo come una lezione di civiltà, non sono dello stesso parere i Giovani Democratici che, per voce del loro segretario, Fernando Fiore, parlano di “Religionefobia”. Sostengono che “tanto rattrista il popolo di Sulmona e il legame peligno che esso ha verso la religione e la tradizione religiosa che è insita e radicata, che da valore vivo, che dona cultura, etica, amicizia e rispetto anche per i non credenti. Venire a conoscenza di una notizia così intollerante, come il togliere il crocifisso all’interno della società e della stessa istituzione, verso chi crede, chi è devoto a Cristo e alla Sua Santa Chiesa e di quanto più sconvolgente si possa apprendere soprattutto in questi tempi di un’intolleranza sempre più crescente e gratuita che offende la stessa Istituzione e chi vi opera e mina ad una Società laica che tanto ha bisogno diversamente di un alto grado di Rispetto e reciproca Apertura. Stiamo assistendo ad un vero e proprio contagio che io chiamo “religionefobia” che umilia non solo i religiosi, ma anche chi si dichiara non credente o appartenente ad altre confessioni religiose. Pertanto auspichiamo assieme che il diritto torni ad essere esercitato con il Diritto che regge le stesse basi della società laica dello Stato e che ci possano essere testimoni e portatori di solidarietà e rispetto verso chi crede nel Dio Risorto e in tutte le altre religioni riconosciute monoteistiche nel quale si fonda il vincolo comune di Amore.”