ALTRE DIMISSIONI IN CASA PD SULMONESE

Arrivano altre dimissioni in casa Pd, otto componenti della segreteria e del direttivo decidono di rimettere il mandato nelle mani del segretario del partito. Uno strappo significativo che avviene  all’indomani della rinuncia dell’avvocato Teresa Nannarone ai ruoli di vicesegretario e portavoce del partito (clicca qui). A favore anche loro del rinvio delle elezioni, dopo il decesso del candidato sindaco Fulvio Di Benedetto, oggi formalizzano la presa di distanza, come annunciano in una lettera inviata ai vertici del Pd regionale, Cinzia Simonetti, Giorgio Davini, Alessia Parlatore, Salvatore Di Cesare, Antonio Del Boccio, Virginia Marini, Simona Susi, Sandro De Panfilis.  “Abituati a prenderci le nostre responsabilità” scrivono in incipit della nota “credevamo che la colpa delle condizioni drammatiche in cui versa questa  Città fosse anche nostra, per non essersi mai impegnati sulla scena della politica locale. Questa volta abbiamo deciso di metterci la faccia, cercando di portare il nostro personale contributo, senza nulla pretendere in cambio, se non una Città più  dignitosa in cui continuare a vivere” spiegano “Sì, perché di vivere ed operare a Sulmona lo abbiamo potuto scegliere noi e nella piena consapevolezza di poter fare altrimenti. Purtroppo è  evidente come la gestione del nostro partito non abbia riscosso i minimi risultati sperati. Gli errori sono stati tanti e così  gravi che ci impongono oggi di rassegnare le nostre dimissioni dagli incarichi ricoperti negli organi direttivi, in assoluta condivisione dei motivi tutti che hanno portato Teresa Nannarone a dimettersi dall’incarico ricoperto” (clicca qui) “Ciò  a significare l’impossibilità di poter condividere, ora – anche se in passato era prevalso a fatica la scelta di tacere per senso di responsabilità –  le scelte operate da pochi in nome di molti, non sentendoci minimamente coinvolti in quella che avrebbe dovuto rappresentare per il partito di maggioranza una nuova era che prendesse le distanze da personalismi o, ancor peggio, da nepotismi perniciosi. Dobbiamo, purtroppo, prendere atto del fallimento di ridare dignità  e vigore alla nostra città e con essa a coloro che per avventura o per scelta in questa vivono ed operano, senza dover sempre e comunque chinare il capo a padroni e padrini, per colpa del manipolatore di turno. Sulmona” concludono ” ha bisogno di scelte politiche operate con il cuore e con il cervello e non con la forza dell’arroganza, vero motivo della debolezza della nostra Città”.