FIAT, LANDINI “A RISCHIO SISTEMA INDUSTRIALE AUTO IN ITALIA”
“Francia, Germania, Stati Uniti, Giappone per difendere le proprie produzioni di auto hanno fatto anche investimenti pubblici: tutto questo in Italia non sta avvenendo e rischiamo di diventare uno dei pochi paesi industriali al mondo che non ha piu’ un sistema industriale dell’auto”. E’ quanto ha affermato il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, in merito alle strategie della Fiat, a margine di un incontro con i delegati abruzzesi del sindacato a Pescara. “Il Lingotto apre stabilimenti nel mondo, ma non in Italia. L’anno scorso sono state fatte oltre 50 milioni di ore di cassa integrazione, siamo di fronte al fatto che l’Italia rischia di diventare uno dei pochi paesi industriali al mondo che non ha piu’ un sistema industriale dell’auto”, ha spiegato Landini. “Non c’e’ dunque solo una responsabilita’ di Marchionne che secondo me dell’Italia gli interessa il giusto e sta pensando a tutelare gli interessi della famiglia Agnelli spostando le produzioni, ma non c’e’ neanche un ruolo del governo in politica industriale”.
LA FIOM IN PIAZZA SABATO
“Ci sono delle emergenze da affrontare in questo Paese non piu’ rinviabili come il rifinanziamento della cassa in deroga e la questione degli esodati: anche per questo la Fiom va in piazza sabato”. Per Landini “vanno cambiate le politiche economiche sociali messe in campo dai governi degli ultimi anni che ci hanno portato in questa situazione: non possiamo piu’ aspettare, vanno modificate le condizioni che hanno portato alla perdita del posto di lavoro e al peggioramento delle condizioni al punto che oggi chi lavora e’ povero”, ha sottolineato Landini. “Vogliamo proporre un cambiamento che metta per davvero il lavoro al centro con politiche di riduzione dell’orario di lavoro, il blocco dei licenziamenti e il rilancio di una politica vera di investimenti pubblici e privati – ha detto Landini -. Bisogna combattere le ingiustizie redistributive, mettendo in campo una vera lotta all’evasione fiscale, alla corruzione, alla criminalita’ organizzata che ormai sta diventando parte integrante del sistema produttivo italiano”.