“LE CONVERGENZE PARALLELE” DEL CENTRODESTRA
Come rette parallele che s’incontrano all’infinito. Che si doveva trattare prima per ricucire lo strappo tra le due parti del Pdl, le quali restano separate e non a tre giorni dalla scadenza dei termini per la presentazione di liste e programmi, è stato comun denominatore nel tavolo che si è tenuto ieri nell’hotel Meeting, dove si sono riuniti, dalle 18.30 fino a tarda sera, i vertici regionali e locali del Popolo della Libertà al fine di trovare rapidamente la quadratura del cerchio. Schierare in campo un solo candidato, tra Luigi La Civita, scelto e annunciato dalla senatrice Paola Pelino, ed Enea Di Ianni, prosieguo dell’amministrazione uscente guidata da Federico e ufficializzata con tanto di conferenza stampa e tre liste già pronte, oppure tirar fuori un terzo nome (opzione esclusa per i tempi stretti) che potesse mettere d’accordo entrambe le parti che di fare passi indietro non ne vogliono sapere. E’ proprio di questi tentativi che si è discusso, con la consapevolezza che correre spaccati significherebbe rischiare di non raggiungere il traguardo nella corsa di via Mazzara. In realtà sarà Roma a decidere a chi andrà il simbolo e, come è emerso dall’incontro, la scelta propende tutta a favore di Luigi La Civita, il quale sarà chiamato a dare un segno di discontinuità con il passato. In sostanza non è arrivata la decisione dall’alto come tutti si aspettavano. “Il nostro è e rimane il candidato sindaco del Pdl fino a che non ci dicono No e allora proseguiremo con liste civiche” afferma oggi, all’indomani del summit, Fabio Federico. “Uno dei due dovrà tirarsi indietro” aveva detto Alfonso Magliocco. Significativo nella conferenza stampa di presentazione del candidato Di Ianni, quel maxiposter “Fratelli d’Italia”, quasi a mettere le mani avanti. L’impressione è stata quella di una sorta di incontro “doveroso”, un passaggio formale, da parte dei vertici, sapendo che i tempi sono stretti e se da una parte ci sono i candidati con i motori accesi, elencati già nelle liste, dall’altra c’è un nome giovane che potrebbe essere più trainante. Ma il divario nel partito di Berlusconi resta voragine. Diverse sedute in differenti momenti. Prima l’assemblea (foto) tra il coordinatore e il vice regionale del Pdl, Filippo Piccone e Fabrizio Di Stefano, il provinciale del partito, Alfonso Magliocco, la senatrice Paola Pelino e il vice coordinatore provinciale vicario, Donato Di Cesare e Massimiliano Verrecchia. Dopo riunioni con gli altri componenti tra cui Enea Di Ianni e Luigi La Civita, insieme ai sostenitori dei partiti, ex An, ex assessori. Erano entrati con l’intenzione di trovare una soluzione, come aveva spiegato Piccone prima dell’ingresso nell’hotel, rimarcando che il partito non può assolutamente avere due candidati sindaci. Sono usciti senza intese e con due candidati del centrodestra. “Convergenze parallele”.
g.s.