SULMONA ULTRAS, QUELLI CHE NON NE HANNO PERSA UNA
Quelli che non ne hanno persa una. Non sono passate neanche ventiquattro ore dalla partita Sulmona-Miglianico, con le immagini vivide della festa biancorossa ancora impresse nella mente (clicca qui). Così come le parole del centrale Gasperini nel dopo gara: “E’ bello vedere tutta questa gente oggi qui, sarebbe stato ancora più bello vederla dall’inizio”. E già, perché un “Pallozzi” così gremito è inusuale, come qualsiasi altro stadio di questa categoria d’altronde. Ma c’è, invece, chi è stato sempre affianco alla squadra, sin dagli albori, indipendentemente dalla categoria, dai risultati o dalla dirigenza. Sono ultras gli ovidiani: Ss Sulmona Ultras. La loro storia inizia nel lontano 2007, dalla battaglia vera e propria dei tifosi per far riaprire il “Settore Prato”, storico settore riservato al tifo organizzato sulmonese. Da quel momento il gruppo ultras comincia a seguire e sostenere il Sulmona, oltre che in casa, in ogni trasferta, dalle più anguste località di Luco dei Marsi o Moscufo fino a partite storiche come quella di Celano nel 2009 contro il Castel di Sangro oppure a Colorno nei play off della scorsa stagione. Nati dopo mille problemi e imprevisti il gruppo è diventato sempre più folto con il passare delle stagioni. I tifosi hanno visto il Sulmona vincere all’Aquila e poi perdere il sogno promozione contro il Selargius. Sono caduti nel baratro Promozione la stagione successiva, dove, nonostante diffide e squadra allo sbando, sono stati sempre presenti. Ovunque. Anche in partite già scritte come quella di coppa a Teramo. Insieme alla squadra sono risaliti in Eccellenza, invadendo, nel vero senso della parola, Sambuceto. Lo scorso anno l’ennesima promozione persa, ad un passo dal traguardo in quel di Valfabbrica. Una stagione ricca di soddisfazioni, invece, questa appena trascorsa, dove oltre la conquista della Serie D, sono arrivate anche le storiche vittorie contro il Giulianova. Parole d’ordine : “coerenza” e “qualità” . Per loro, infatti, non conta se la partita sia l’ultima di campionato o un’infrasettimanale di coppa, se sono trecento oppure tre al seguito della squadra, se si è in Serie D oppure in piena zona retrocessione. Il tifo è indipendente da ciò, quello che importa è l’attaccamento alla maglia e non al giocatore in sè per sè. Un plauso va fatto a chi è stato artefice di ciò, che è riuscito a integrare giovani in un gruppo compatto, tra i più numerosi in Abruzzo e tra i pochi ad autofinanziarsi. La loro è stata una Serie D conquistata trasferta dopo trasferta, domenica dopo domenica, credendo sempre in ciò che dicevano e facevano. Che dire, una delle poche realtà di una cittadina in cui troppo spesso ai fatti vengono preferite le parole.
Valerio Di Fonso