CENSIMENTO, LA VALLE PELIGNA NON CRESCE E PERDE ABITANTI

La Valle Peligna non cresce e perde abitanti. Sulmona, rispetto al censimento del 2001 registra 815 residenti in meno. E’ quanto emerge dallo studio effettuato dal dottor Aldo Ronci, che ha comparato i dati sull’andamento demografico del territorio peligno tra il censimento 2001 e quello 2011 evidenziano una flessione di 1.767 residenti che corregge il decremento registrato dalle liste anagrafiche comunali tra il 31 dicembre 2001 e lo stesso giorno del 2011 di sole 715 unità. La Valle Peligna perde 1.005 abitanti, la Valle del Sagittario 276 e la Valle Subequana 466 . Sulmona passa da 25.304 residenti del 21 ottobre 2001 a 24.275 del 9 ottobre 11 con una contrazione di 1029 unità pari a -4,07% contro il +4,28% nazionale. In Abruzzo, invece, la popolazione cresce di 44.917 unità pari al 3,56% a fronte del 4,28% nazionale. Incremento quasi nullo nel territorio della provincia dell’Aquila di 919 unità (+0,31%) che evita una pesante flessione grazie ad Avezzano che registra 2.407 abitanti in più. La Marsica e l’Alto Sangro crescono rispettivamente di 2.929 e 433 unità mentre il Territorio Peligno e l’Aquilano decrescono di 1.767 e 676 unità.
“Questa drammatica flessione che, insieme alla chiusura delle aziende, alla perdita di posti di lavoro e all’incremento della disoccupazione, conferma lo stato di grave crisi economica e sociale in cui versa Il Territorio, mi fa sentire obbligato a intervenire di nuovo sulla necessità di non perdere, forse, l’ultima occasione per tentare di innescare un processo di sviluppo attraverso una giusta utilizzazione dei fondi FAS” spiega lo studioso Ronci
“Lo sviluppo locale è una delle forme con cui il sistema economico del nostro Paese fa leva sulla capacità dei sistemi locali di produrre valore aggiunto attraverso le risorse e le conoscenze presenti nei diversi territori.
I bilanci che si vanno compiendo in questa fase su quanto finora realizzato sono però negativi in quanto è indiscutibile che i risultati prodotti siano insoddisfacenti a fronte delle ingenti risorse comunitarie e nazionali mobilitate. A conferma di ciò il Comitato di Valutazione degli Interventi Pubblici (UVAL) ha constato che, negli anni tra il 2002 e il 2006, per la realizzazione dei Patti Territoriali e dei PIT, sono stati messi a disposizione della Valle Peligna 50 milioni di euro (12 del Pit Valle Peligna Alto Sangro e 38 del Patto Territoriale Comunità Montana Peligna) che si sono concretizzati di fatto in una distribuzione indifferenziata dei fondi che è finita per essere una mera iniezione finanziaria.
L’ipotesi di sviluppo del nostro territorio non è granché diversa da quella degli altri territori abruzzesi e il tentativo da mettere in atto, visto la gravissima crisi in cui versa la Valle Peligna, è quello di utilizzare i fondi FAS per realizzare, prima degli altri territori, interventi che dovranno rigorosamente avere come punti centrali di riferimento: la competitività, il mercato esterno alla Valle Peligna privilegiando l’esportazione.
Gli aiuti per la riconversione e il potenziamento della base produttiva e per l’avvio di nuove iniziative imprenditoriali dovranno essere concessi per la produzione di beni e servizi competitivi per innovazione, qualità e tipicità da individuare mediante ricerche di mercato.