PROCESSIONE, C’ERA ANCHE LA CHIESA ORTODOSSA

Prima  il tronco in sughero di velluto rosso,  il coro di cento elementi, tra bassi e tenori,  sulle note del Miserere musicato dal maestro aquilano Raffele Scotti, la Bara del Cristo dalla lettiga settecentesca, decorata da tessuti e ricoperta dal velluto nero e la bellissima Addolorata, con l’abito scuro dai riflessi dorati, il fazzoletto ricamato e una spada nel cuore (non è la stessa statua lauretana che correrà la domenica di Pasqua, conservata nella chiesa di Santa Maria della Tomba (clicca qui)). Emozioni intense che si rinnovano di anno in anno per un rito suggestivo che si ripete nella notte di ogni Venerdi Santo a Sulmona  dal 1827. Le miti temperature, nonostante il cielo minaccioso di pioggia, hanno agevolato tanti cittadini e turisti i quali hanno affollato, senza limitare il fastidioso chiacchiericcio, i lati del Corso e i vicoli all’interno delle antiche mura per assistere alla struggente rappresentazione della traslazione del Cristo dalla Croce al sepolcro.  Per la prima volta nel corteo anche una rappresentanza della Chiesa ortodossa (foto) che ha camminato accanto al Vescovo di Sulmona Valva monsignor Angelo Spina. Dei politici, solamente la senatrice Paola Pelino, la quale, però, a metà percorso ha lasciato la postazione che occupava accanto al commissario prefettizio Giuseppe Guetta, che ha continuato nel corteo insieme al segretario comunale, Franca Colella, alle massime autorità militari, alle consorelle e al gruppo dei piccoli trinitari. Alle 20 in punto, dopo la preghiera del Vescovo, il fiume rosso porpora ha preso le mosse, sulle note Misere che preme in petto, nell’anno del centenario del Miserere musicato dal sulmonese Federico Barcone (che si alterna ogni anno con quello di Scotti), ritmato dallo “Struscio”, il passo cadenzato  segno di penitenza che conferisce lente e sincroniche movenze all’intera processione. Con la passione di sempre i fedeli si sono segnati lcon il simbolo della croce al passaggio sia della Vergine Addolorata, portata dalle due quadriglie che si sono alternate: Andrea Lauterio, Arnaldo Polce, Salvatore Venti, Alessandro Del Signore; Panfilo Giannangelo, Giuseppe Ciotti, Sergio Iovita, Angelo Trovarelli, sia  della Bara del Cristo Morto condotta a spalla dalle due quadriglie: Bruno Spagnoli, Cosimo Aquaro, Antonio Cacace, Antonio Verrocchi; Lucio Silvestri, Danilo Cinotti, Pierfrancesco Carrozza e  Paolo Cantelmi. Il sorteggio dei trinitari, per l’assegnazione delle mansioni da ricoprire, è avvenuto nel Lunedi Santo, in contemporanea con i lauretani (clicca qui). Niente tradizionali bengala nel quartiere lauretano, come ormai da qualche anno. Cambio in piazza Garibaldi nei pressi degli archi con i confratelli di Santa Maria di Loreto, simbolo si pace tra i due sodalizi, residuo di antiche rivalità. Tutto si è svolto secondo la tradizione. La processione ha fatto rientro poco prima della mezzanotte nella chiesa della Santissima Trinità da dove era partita.

g.s.

 

FOTOARCHI

folla in piazza Garibaldi

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la preghiera del Vescovo all’uscita della Processione. Presente delagzione Chiesa ortodossa

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all’imbrunire la Processione prende le mosse dalla Chiesa della SS Trinità dove rientrerà.

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