ASPETTANDO LA CORSA DELLA GIOIA

A vederla non ci si crederebbe ma, anche a Sulmona, c’è un momento in cui, tutti: mantello, schioppi, colombi e lauretani scattano uniti perché si compia la tradizione, alla perfezione. La cosa si ripete ogni anno a Pasqua e suscita un brusio tra la folla, assiepata nella grande piazza, misto tra il meravigliato e la gioiosa liberazione dalle dolenze della vita. E’ come se i riccioli di quella statua, mossi dal passo cadenzato della quadriglia prescelta, trasformassero il volto pallido e smunto di pochi istanti prima in quello raggiante della madre che corre incontro al figlio Risorto. Semplice, forse ingenua, rappresentazione di una favola che porta sollievo, da secoli, alle genti d’ogni luogo su questa terra. C’è, negli effetti di quella sincronìa, tanto meticolosamente ricercata, una qualche magia, una profonda carezza dell’anima, che non può spiegare nemmeno lo sguardo laico di scettici, agnostici o miscredenti. Forse per questo fascino segreto, non solo per il trasporto della fede, che la “Madonna che scappa in piazza”, tutti gli anni, a mezzogiorno nella piazza maggiore, fa tornare d’ogni dove chiunque vi abbia assistito almeno una volta. E si abbracciano sinceri, i lauretani, i confratelli della Madonna di Loreto, al termine della corsa. Si scambiano un segno di pace quanti si ritrovano fraternamente legati a quell’attimo in cui il volto della Madonna ha sorriso, sì l’ho visto anch’io, alla vita che torna.

Rino Di Fonzo

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