RIVIVE LA PROCESSIONE DEL CRISTO MORTO A SULMONA
L’attesa è nell’aria. E cresce ogni ora che passa. Tra fede e tradizione. La si percepisce benissimo andando in giro oggi per le strade di Sulmona. Lo “struscio” come penitenza che regola le sincroniche movenze del mesto corteo , il saio rosso che indica carità, il coro dei cento elementi con il solenne Miserere (questa sera quello composto dal maestro aquilano Raffaele Scotti) (clicca qui) che rimbomba nei cuori, l’Addolorata a lutto con un pugnale conficcato nel cuore, la preziosa Bara e il meraviglioso tronco di velluto rosso intarsiato di tralicci d’argento risalente al 1750. Radicata tradizione tutta sulmonese che affonda le origini nel 1827 e che ogni anno, come anche il rito della Madonna che scappa in piazza, catalizza l’attenzione di migliaia di fedeli. Nonostante il cielo plumbeo che minaccia pioggia Sulmona, come ogni Venerdi Santo, si appresta a ricordare che Cristo è morto sulla Croce per tutto il popolo. Ancora poche ore per rivivere le emozioni della suggestiva Processione del Venerdi Santo che sfila nel centro storico della città. La struggente rappresentazione del rito funebre della traslazione di Gesù dalla Croce alla deposizione nel sepolcro è curata dell’Arciconfraternita della SS Trinità, i cui confratelli sono stati sorteggiati, come tradizione vuole, nella sera del lunedi Santo, contemporaneamente ai lauretani, per l’assegnazione delle mansioni che ricopriranno durante il rito (clicca qui e clicca qui). Tutto comincia all’imbrunire, intorno alle 20, prendendo le mosse dalla Chiesa della SS Trinità, vicino Palazzo dell’Annunziata, per far rientro a mezzanotte, dopo aver percorso un cammino che tocca tredici chiese, formando una grande Croce. Dapprima il mesto corteo si addentra nel reticolo di vicoli e stradine del rione trinitario, poi si dirige in piazza Carlo Tresca, circumnavigando la villa comunale, risalendo Corso Ovidio, toccando via De Nino e scendendo a piazza Garibaldi, in direzione della Chiesa di Santa Maria della Tomba, dove avverrà il tradizionale scambio con i confratelli confratelli di Santa Maria di Loreto, che curano il bellissimo e gioioso rito della “Madonna che scappa in piazza” la mattina di Pasqua. Dallo scorso anno, invece, è stata apportata una modifica al percorso, nel punto in cui il corteo, salendo da piazza Maggiore, anziché imboccare subito piazza Plebiscito in direzione della Chiesa di Santa Maria della Tomba, come accade da tradizione secolare, dovrà percorrere corso Ovidio fino alla Chiesa di Santa Lucia, poco prima dell’Arco di Porta Napoli, per poi imboccare via Panfilo Serafino e giungere in piazza Plebiscito. Con le spalle alla chiesa. Posizione che già lo scorso anno non fu vista di buon occhio, soprattutto dai più anziani, in quanto non sarebbe consona con la tradizione nè con quel rispetto religioso nei confronti della Madonna.
g.s.