TDM “INTERO REPARTO E’ NELL’ALA INAGIBILE”
Quell’ala inagibile che cade a pezzi. Dopo il crollo di una parte del cornicione avvenuto ieri nei pressi all’ingresso secondario (riservato al di servizio) del Santissima Annunziata di Sulmona, sfiorando la tragedia perchè in quel preciso istante stava uscendo un’addetta alle pulizie, oggi il responsabile del Tribunale dei diritti del malato, Edoardo Facchini, torna con forza a sollevare il problema, ancora allo stallo, dell’inagibilità dell’ala vecchia. “La nostra grandissima preoccupazione è il fatto che si tratta di una struttura non agibile, con un intero reparto di ginecologia e ostetricia all’interno. Che qualcuno si prenda la responsabilità e ci dica se verrà trasferito (e non eliminato)”. Facchini spiega che sta per essere completato il piano aziendale in cui “dopo anni di battaglie, sembrerebbe che ci siano tutte le unità complesse e semplici che avevamo sempre chiesto di lasciare qui e di farle funzionare” afferma. “Adesso tra queste unità ci sono anche quelle che stanno attualmente operando nell’ala vecchia, come ginecologia”. Non essendoci un sindaco, la situazione si fa complessa. Il prossimo 25 marzo, intanto, si terrà una riunione in cui sarà definito il piano. Non manca la nota polemica, inoltre, sul silenzio dei vertici Asl in merito ai moduli e alle date, com’era stato promesso nell’ultimo incontro in Comune, quando il manager Silveri annunciò che entro febbraio 2013 si sarebbero avute certezze. “Avremo dovuto avere già i moduli” tuona Facchini. Intanto cancelli chiusi di notte (dalle 10.30 alle 6.30) in ospedale da qualche giorno. Chi arriverà nel nosocomio peligno dovrà bussare al servizio portineria per entrare. “Ci sono voluti due anni per ottenere questo risultato, cosi da evitare che chiunque si possa intrufolare per altri scopi”. Pone l’accento il responsabile del Tdm sulla scadenza al 31 marzo prossimo della convenzione tra la Asl e la Croce Rossa per il trasporto in ambulanza usufruito da sei dializzati al reparto ospedaliero sulmonese, i quali saranno costretti a mettere mano alle proprie tasche. Al momento i volontari della Croce Rossa garantirebbero il prosieguo del servizio gratuitamente, ma bisogna stringere i tempi al fine di siglare nuovamente l’intesa. Da dicembre scorso, per i casi non urgenti, tocca pagare il trasferimento in ambulanza (170 euro il costo fino all’Aquila) (clicca qui).
Altra novità, comunicata da Edoardo Facchini, sono i codici inerenti le priorità delle prestazioni che i medici curanti dovranno specificare sulle impegnative, evidenziando delle sigle quali U per urgenze, B per le prestazioni brevi (entro 10 giorni), D differibile (entro i 60 giorni) P programmata (anche un anno). “Da circa un mese sono stati avvisati i medici di base”. Il rischio potrebbe essere un affollamento di codici di urgenza, con l’intento di smaltire le lunghe attese. Ma, ricorda il responsabile del Tribunale del malato “i medici riceverebbero sanzioni dopo tre segnalazioni se il codice segnato non corrisponderà alle reali condizioni di priorità delle prestazioni”.