GIOSTRA A RISCHIO, LA PATATA BOLLENTE AI CAPITANI

E’ ancora a rischio la diciannovesima edizione della giostra cavalleresca di Sulmona, saranno adesso i sette capitani dei Borghi e Sestieri a lambiccarsi il cervello per trovare una soluzione il più rapidamente possibile. Diventando capitani di una nave che vacilla in balia della tempesta . E’ la decisione dell’assemblea dei soci, riunitasi ieri fino a oltre mezzanotte, nel tentativo di studiare per bene la difficile e complicata situazione. Si necessita assolutamente di un direttivo. Lo scopo è quello di non far morire la giostra, individuando il salvagente che possa traghettare l’associazione in questo momento complicato, fatto di crisi economica, di incertezza del contesto politico-istituzionale, con l’assenza dell’amministrazione comunale, che, forse, avrebbe potuto far sentire la propria vicinanza a una manifestazione importante per la città. I soci si sono resi conto che si necessita di uno “sforzo creativo” per cercare soluzioni organizzative, anche se temporanee, diverse da quelle contemplate nello statuto sociale, ma in grado di far proseguire la realizzazione del progetto Giostra e contribuire a superare gli ostacoli con lo sguardo allungato al futuro imminente. Questo secondo quanto afferma il capitano  del Borgo di Santa Maria della Tomba, Franco Ventura, in qualità di presidente dell’assemblea, annunciando di aver deciso, in base allo statuto e della convenzione tra associazione e Borghi e Sestieri, di passare la patata bollente al Consiglio dei capitani, delegandoli ad “elaborare e mettere in atto ogni utile intervento di tipo organizzativo e gestionale”, che possa consentire la realizzazione delle manifestazioni 2013. In sostanza, secondo il regolamento, il direttivo dovrebbe essere composto da almeno cinque persone, che nella realtà dei fatti esistono pure (clicca qui), ma al momento con il freno a mano tirato, perchè a creare ansia e preoccupazione sarebbe proprio l’aspetto finanziario, da sempre la bestia nera. Ecco, dunque, che a tirare le redini che scottano, come negli ultimi tempi, dovrebbe essere allargato almeno a sette componenti. I tempi stringono sempre più e i soci si sono dati un limite di tempo: dieci giorni al massimo per scovare la luce in quello che appare un buio tunnel.