“FIGLI DI UNA DEA BENDATA”
Quando si è convinti che nella vita certe scelte siano definitive, solo perchè coronano i più ambiti progetti, quando si crede che nulla più possa stravolgere la propria esistenza, ormai sopita nel piattume della quotidianità, ecco lo zampino del fato che spalanca improvvisamente le porte a una nuova vita. Sulla soglia della mezza età. Lasciando credere che nulla è perduto, che si può sempre ricominciare, anche dopo una storia d’amore finita male. E’ il senso di “Figli di una dea bendata”, il romanzo scritto dalla psicologa e psicoterapeuta Luana Marchese, presentato ieri nell’auditorium dell’Annunziata, nell’ambito della rassegna “Il Leggio”, organizzata e coordinata da Rosanna D’Aurelio, responsabile della Biblioteca Comunale sulmonese, di concerto con l’Inner Wheel, il Rotary Club. Il libro racconta il caso avvincente di Lorenzo e Francesca, i quali, reduci da storie amorose naufragate, s’incontrano a Firenze, all’età di cinquant’anni, provando a mettere insieme due diverse esistenze spinti dalla forza di un grande amore che passa attraverso un percorso travagliato, entro le cui trame i due si perdono per poi ritrovarsi. Il romanzo, che apre con il dramma della delusione giunge al lieto fine, sulla convinzione che tutto possa essere rimesso in discussione e che da una sofferenza possa nascere la gioia di un amore, è ricco di colpi di scena. Dipinge la realtà dei nostri giorni, in cui spesso la sete di potere spinge l’uomo a dimenticare i valori della vita e a relegare l’amore in un angolo buio dove con il tempo sbiadisce e scolora. Diversi i personaggi che nelle pagine mettono a nudo le proprie personalità e il loro differente approccio alla vita, come corollario a un bellissimo disegno del destino.