AGROALIMENTARE, INCREMENTO EXPORT DEL MADE IN ABRUZZO

I dati Istat sulle esportazioni, relativi al quarto trimestre del 2012 “confermano ancora una volta gli eccellenti risultati dell’agroalimentare abruzzese, avendo fatto segnare ottimi segnali a dispetto di una lieve e prevedibile flessione dei dati complessivi regionali, che tengono conto anche degli altri comparti. Il dato e’ ancora piu’ significativo se confrontato con le altre regioni”. Lo ha detto l’assessore alle Politiche agricole, Mauro Febbo, che aggiunge: “L’export dei nostri vini ha fatto registrare scambi per oltre 107 milioni di euro, con un incremento dell’1,5 per cento rispetto alle due annate precedenti che si erano chiuse con il segno piu'”. Sempre secondo l’Assesore, nell’esaminare dettagliatamente il dato complessivo emerge la diminuzione delle vendite del nostro vino presso la GDO, mentre cresce quello di qualita’. “Questo e’ l’obiettivo per il quale si e’ lavorato in questi quattro anni di Governo regionale e il frutto non solo della sottoscrizione dell’Accordo, nel marzo 2012, che ha risolto la querelle con la Toscana, ma soprattutto la scelta di impegnare risorse consistenti nella promozione del nostro vino (Misura 1.3.3 del PSR Abruzzo 2007/2013). Ci presentiamo cosi’ con un biglietto da visita ben augurante in vista dei due prossimi appuntamenti fieristici internazionali ai quali parteciperemo: il Prowein di Dusseldorf e il Vinitaly di Verona“. “Bisogna continuare – ha proseguito l’Assessore – a puntare sulla promozione dei nostri vini, eccellenti ambasciatori del Made in Abruzzo, affinche’ possano consolidare la loro posizione sui mercati europei e quelli emergenti come l’estremo oriente”. Un altro dato importante e’ quello messo a segno dalla esportazione della pasta, passata dai 114 milioni del 2011 agli oltre 119 dell’anno appena concluso (+4 per cento) e dell’olio (+1,3 per cento). Incrementi a doppia cifra sono stati certificati anche negli scambi commerciali dei prodotti delle colture agricole, sia permanenti (+13 per cento) sia non permanenti (+17 per cento), della frutta e ortaggi lavorati e conservati e dei prodotti delle industrie lattiero-casearie. “Si tratta dell’ennesima dimostrazione e certificazione di quanto il comparto agroalimentare sia determinante per il nostro futuro. E’ su di esso – conclude Febbo – che dobbiamo continuare a puntare con convinzione affinche’ rafforzi il suo ruolo e contribuisca al rilancio economico e commerciale della nostra regione”.