I SOLISTI DELLA SINFONICA DI PESARO INCANTANO IL PUBBLICO DELLA CAMERATA MUSICALE SULMONESE
Quando l’arte e la musica riescono a rendere grandi anche cose leggere. Insolito, coinvolgente, piacevolmente ilare, capace di appagare l’animo con le note dei geni del panorama musicale europeo e l’abilità dei musicisti, al confine tra teatro e concerto. E’ così che anche chi non è esperto di musica classica sente di poter raccontare il concerto dedicato al carnevale che, ieri, I Solisti dell’Orchestra Sinfonica “Rossini” di Pesaro hanno tenuto in maniera eccellente sul palco del Cinema Pacifico di Sulmona, nell’ambito della sessantesima stagione della Camerata musicale sulmonese. Diviso in due momenti, l’evento si è aperto con “la storia di Babar, il piccolo elefante” tratta dal racconto di Jean de Brunhoff, musicata dal compositore francese Francis Poulenc, orchestrato da Noris Borgongelli, un artista completo e spiccatamente versatile, che ha sapientemente diretto ieri l’orchestra cercando spesso l’interazione con il suo pubblico, il quale ha apprezzato l’esecuzione dei brani accompagnata dall’alternarsi di recitazione e mimo. Un tutt’uno musica e teatro. Pezzo forte della serata, la seconda parte quando l’orchestra ha dato vita alla fantasia zoologica disegnata in maniera meravigliosa dal famoso compositore francese Saint Saens, intitolata “Il Carnevale degli animali”. Bravissimi i musicisti di Pesaro che hanno incantato e allietato gli spettatori con la bizzarra galleria di 14 brevi brani in cui, in tono umoristico, fortemente satirico e canzonatore, Saint Saens musicava suoni onomatopeici, degli animali. Si avvertiva la comicità con citazioni di pezzi conosciuti. Dall’avanzata solenne del leone-re della foresta alla corsa precipitosa degli asini. Avvalendosi del contrabbasso dal timbro grave per descrivere il cammino dell’elefante e il violino stridulo per galli e galline, scelse flauto e pianoforte insieme a glassarmonica per ricreare l’ambiente acquatico e impalpabile (Acquario, divenuto ispirazione per i film sul grande schermo). Si vendicò dei critici musicali con il raglio del somaro e trasformò il famoso travolgente can-can di Offenbach in brano rallentato per le tartarughe in maniera ironica. Alcuni grandi musicisti del passato diventano Fossili cadenzati dallo xilofono. Entusiasmo tra il pubblico per l’esecuzione de IL Cigno, prima del finale. Diversi i bis richiesti, ma concessi a proprio modo dalla creatività e vena artistica del direttore Borgongelli, dalla pronta abilità oratoria, mimata e recitata, il quale ha lasciato che venisse fuori tutta l’affascinante genialità del compositore ottocentesco. Il pezzo, composto nel 1886, fu eseguito privatamente in occasione del carnevale. Quasi che l’autore francese si vergognasse, tanto che fu riproposto postumo. Passando, poi, alla storia.
g.s.