FOLLA PER VENDOLA. “PRIMA VIENE IL LAVORO”
Per prima cosa il lavoro da riportare al centro della politica.
Bagno di folla a Sulmona ieri sera per Nichi Vendola. E’ arrivato puntuale, come da programma, poco dopo le 20.30 il leader di Sel nella tappa conclusiva del suo tour abruzzese in vista delle politiche del 24 e 25 febbraio. Cinema Pacifico strapieno in ogni angolo non solo di sostenitori del principale alleato di Bersani, come deciso dalle primarie, ma anche di simpatizzanti, curiosi, sindacalisti e volti noti del centrosinistra della Valle Peligna. Esponenti di Sinistra Ecologia e Libertà sono arrivati dall’Alto Sangro e dal comprensorio sulmonese. Breve intervista con i giornalisti, in cui ha ripetuto la sua idea esposta anche nell’intervento a Pescara “con Monti non ci sono accordi e penso che non ci saranno dopo il voto. Siamo un paese retrogrado e bisogna cambiare le regole dei rapporti tra banche e cittadini. Nell’agenda Monti non c’è profumo di diritti sociali nè di diritti di libertà” Ad aprire i lavori Silverio Gatta, capogruppo consiliare Sel a palazzo San Francesco, il quale, dopo aver presentato i protagonisti sul palco, i ha illustrato la situazione critica e drammatica in cui versa il nostro territorio, senza tralasciare le pecche e l’elenco di quel avrebbe potuto fare l’attuale amministrazione. “Veniamo da mesi di Primarie” ha detto Gatta presentando il candidato sindaco del centrosinistra vincitore proprio delle primarie. Spontaneo l’applauso da parte di Vendola. Prende la parola il segretario Cgil Damiano Verrocchi il quale esordisce affermando “Siamo il territorio più povero dell’Abruzzo”. Successivamente è stata la volta dei due candidati in corsa per un posto in parlamento, Giovanni Salutari, alla Camera, ed Enza Giannantonio al Senato, i quali hanno premuto sulle criticità del centro Abruzzo e in particolare della nostra zona, dalla questione del rischio sismico a quello del tribunale fino al problema del metanodotto. “Abbiamo tanti problemi, ma è un territorio bellissimo che ha dato i natali a tanti personaggi importanti” ha aggiunto Salutari. Nell’intervento di Vendola, intriso di aneddoti personali, citazioni letterarie e riferimenti alle dichiarazioni dei politici che rendono caldi gli argomenti dell’attuale campagna elettorale, non l’elenco dei punti del programma, ma viene prima il drammatico problema del lavoro. “Un po’ di giustizia sociale” sostiene “può essere la differenza tra la vita e la morte di due generazioni, puo’ essere vivere in un paese in cui un operaio non debba essere licenziato perchè ha la tessera in tasca di un sindacato sgradevole, può essere non togliere i soldi alla sanità per finanziare l’abbattimento delle tasse, può essere nei tagli ai finanziamenti agli F35 ai caccia bombardieri per le iniziative di carattere sociale, può essere non dover vedere i malati di SLA protestare sotto palazzo Chigi perchè hanno raso al suolo il fondo per i non autosufficienti”. Rispetto per il lavoro degli insegnanti, inevitabile per il lui non citare l’ex ministro Gelmini, sottolineando i tagli enormi inferti all’istruzione. “Giustizia sociale può essere restituire alla scuola pubblica gli otto miliardi che sono stati tagliati dalla Gelmini. Sono stanco” conclude “di vergognarmi di vivere in un paese anacronistico. Noi vogliamo governare da progressisti nel senso della speranza e del cambiamento”. Preme sull’ambiente, in cui custodire e tramandare sono le parole chiave “L’ecologia è cancellata dai dibattiti politici”. Ricorda come l’Italia sia un paese in cui dimensione rurale e urbana arano in simbiosi, ecco che la ricetta sarebbe quella di “riqualificare le periferie. No a costruire ancora”. Ecco quindi che parla di “edilizia intelligente”, con fotovoltaici e soluzioni per pagare meno le bollette. Da Cattolico, come si definisce, cita il libro della Genesi, sottolineando che “Dio disse di custodire la terra”. Non evita l’argomento caldo delle dichiarazioni di Berlusconi “Con intensità criminale è tornato a parlare qui delle new town” afferma Vendola. “Stiamo vivendo una crisi devastante con mezzo milione di posti di lavoro persi” aggiunge.”Non penso che sia una crisi finanziaria, ma sia la crisi del mondo e non credo che quando sarà finita l’altalena dello spread ci troveremo fuori dal tunnel, ma ritroveremo il mondo che c’era” . Prima di concludere si sofferma sul tema della libertà di poter criticare il potere e richiama un canto delle mondine, nella sua terra. Bagno di folla anche all’uscita dal Pacifico per il leader di Sel, che saluta la platea con una poesia di Eduardo de Filippo “Penziere mieje” incentrata sulla libertà dei pensieri che vanno sciolti e spogliati perchè “nu penziero spugliato ‘a folla fa”.
g.s.
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