COMITATI SUL PIEDE DI GUERRA

I comitati sulmonesi per la salvaguardia del territorio si preparano a far sentire alta e forte la voce al grido di “Fermiamo la Snam”. Scenderanno in campo con un presidio popolare venerdi 15 febbario (dalle ore 9.00) a Pescara, davanti la sede in via Passolanciano dove si terrà la Conferenza dei Srvizi convocata dal Servizio Energia della Regione per la concessione dell’A.I.A. (Autorizzazione Integrata Ambientale) alla centrale di Sulmona. “Un impianto che non solo non esiste” ribadiscono gli ambientalisti “ma la cui costruzione non è stata neppure autorizzata” sostenendo che “La concessione dell’A.I.A. è illegale perché – come ha sancito il Collegio regionale per le garanzie statutarie –  è in aperto contrasto con precisa normative nazionali e regionali. Perciò il procedimento va chiuso e la richiesta della Snam va respinta”. In vista della mobilitazione nel capoluogo adriatico i comitati indicono, per lunedi 11 febbraio alle ore 17.00 a palazzo Sardi, un’assemblea  pubblica chiamando a raccolta  i cittadini, le associazioni, i Parlamentari, i Consiglieri Regionali, i Sindaci e gli amministratori pubblici, i candidati e i rappresentanti delle forze politiche. “I Comitati” tengono a precisare in una nota ” non sono schierati con nessuna forza politica, ma ritengono fondamentale il ruolo della politica per vincere questa battaglia” Ecco, perchè,  chiedono ai candidati al Parlamento di assumere una posizione chiara e un impegno preciso per fermare il “devastante e pericoloso progetto della Snam”. Quanto al metanodotto di 678 km Brindisi-Minerbio, gli ambientalisti di Sulmona sostengono che “così la Snam vuole squarciare l’Appennino, collocando una bomba ad orologeria nei territori più altamente sismici dell’Italia. Il metanodotto “Rete Adriatica”, inoltre, sconvolgerebbe aree di elevatissima qualità ambientale facenti parte del progettoA.P.E. (Appennino Parco d’Europa). Questa gigantesca infrastruttura, che comprende la centrale di compressione e spinta di Sulmona, non serve all’Italia, ma è funzionale ai profitti dell’Eni e della Snam : il gas importato è infatti destinato ad essere rivenduto ad altri Paesi europei. E’, quindi, una operazione prettamente speculativa ( hub del gas), realizzata però sulla pelle delle popolazioni dei territori attraversati. Nonostante l’opposizione dei cittadini e il “no” di tutte le Istituzioni (Camera dei Deputati, Regioni, Province e Comuni) il progetto della Snam sta andando avanti”