SOS RESTAURO CAPPELLA CIMITERIALE MAZARA

fotocimiteromazara2SULMONA – Riportare agli antichi splendori la Cappella Mazara, importante monumento architettonico, datato 1906, situato nel cimitero di Sulmona, salvandolo dal degrado, è lo scopo della raccolta fondi promossa dal Rotary Club sulmonese. Una sottoscrizione pubblica che durerà due anni finalizzata a raggiungere quelle quattrocento mila euro circa utili per ridare dignità a un’opera che dal 2002 gode del vincolo della soprintendenza. Ad illustrare l’iniziativa questa mattina a palazzo San Francesco il sindaco Fabio Federico insieme agli esponenti del sodalizio sulmonese. “Sulmona è città d’arte e noi vogliamo attivarci per ridare dignità a un importante monumento che negli ani è stato oggetto di furti e vandalismi. Anche un piccolo contributo, anche solo dieci euro saranno importanti” afferma Daniela Di Ciocco del Rotary, spiegando che al termine dei due anni a decidere come procedere ci penserà il Comune, proprietario dal 20 novembre 1997, quando acquistò l’opera da Pier Paolo D’Agostino Orsini, ultimo erede della famiglia Mazara. Oltre ai conti correnti presso Carispaq e Bcc, saranno attivati anche i sevizi telefonici al fine di poter contribuire con un sms alla nobile causa. “Sono fiero di questa iniziativa. E’ un luogo sacro che merita rispetto e la massima cura e la Cappella Mazara è un bene artistico architettonico tra i più importanti della città” ha sottolineato il primo cittadino.

A pianta cruciforme, di chiara tendenza neoclassica, l’opera fu commissionata da Francesco Mazara, barone di Schinaforte, per commemorare la memoria del padre Gentile. Il monumento cimiteriale fu completato in due anni, nel 1910, su progetto dell’igegnere Domenico Poiluucci, il quale si è circondato delle migliori maestranze locali del tempo, per completare la sua realizzazione, come Vincenzo Di Renzo da Sulmon, Onorato di Renzo da Roma, lo scalpellino Francesco Pagliaro e lo stuccatoe Arnalo Di Ramio. L’artista di maggior rilievo che ha operato nel monumento è lo scultore Giovanni Grana

ta che ha realizzato un ngelo di marmo, posizionato sul cancello principale, due statue che posano sui sarcofagi all’interno della cappella, rappresentanti la Carità segreta e l’Angelo della morte, lo stemma, sorretto da due puttini di marmo, lo scheletro di bronzo che sovrasta lo stemma stesso. La superba cancellata perimetrale in ferro battuto, firmate da Raniero di Guardiagrele, fu trafugata, e la recinzione, ad oggi, priva di manutenzion, sta perdendo le lastre di marmo che la avvolgevano. “un abbandono motivat, con molta probabilità, dal fatto che il restauro richiderebbe risorse di rilvante importo” hanno precisato i soci del Rotary, ricordando che la sottoscrizione pubblica può attivarsi con versamenti sui cnti aperti con esclusiva finalità di raccogliere finanziamenti per consolidamento e restauro del monumento

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