SNAM, RINVIATA CONFERENZA SERVIZI. COMITATI SUL PIEDE DI GUERRA
SULMONA – “Andava chiusa, non rinviata”. Sostengono in una nota i comitati sulmonesi per la salvAguardia del territorio in riferimento al rinvio a venerdì 15 febbraio della Conferenza dei Servizi per il rilascio dell’A.I.A. alla centrale di compressione e spinta che la Snam intende realizzare a Sulmona in località Case Pente. La notizia del rinvio è stata data dal Servizio Energia della Regione, ma al momento non se ne conoscono le motivazioni.
“E’ già la seconda volta che la Conferenza viene rinviata, dopo l’iniziale convocazione del 20 dicembre scorso” commentano gli ambientalisti “mentre il primo rinvio aveva un senso e cioè acquisire il parere del Collegio per le garanzie statutarie, non si comprende il perché di questo secondo rinvio”. Secondo i comitati “c’erano e ci sono, tutte le ragioni per chiudere la Conferenza e non procrastinare oltre le decisioni da assumere”. Valutano, dunque, con i propri legali, le iniziative da prendere per difendere la legalità e i diritti del territorio.
“Il parere del Collegio è inequivocabile” spiegano in una nota gli ambientalisti “non sussistono le condizioni giuridiche e di fatto che legittimino il procedimento in atto per la concessione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale da parte della Regione. Innanzitutto perché non solo non esiste l’impianto di cui si vorrebbe autorizzare l’esercizio, ma non esiste neppure l’autorizzazione alla sua costruzione. Al riguardo, infatti, il Collegio precisa che “si appalesa illegittima anche a livello di legislazione statale la scelta di far precedere l’A.I.A. all’autorizzazione unica”. Il Collegio evidenzia quindi il netto contrasto del procedimento in corso con la L.R. n. 28 del 19 giugno 2012 che vieta la realizzazione di grandi metanodotti, con annesse centrali, in aree sismiche classificate come “zona1”.
E questo è proprio il caso di Sulmona e dell’intera Valle Peligna, un territorio esposto al massimo rischio sismico. Nel parere si sottolinea anche il contrasto con il Piano regionale per la tutela della qualità dell’aria il quale stabilisce che impianti con emissioni in atmosfera possono trovare collocazione solo all’interno di aree industriali.
Ma la centrale e il metanodotto Sulmona- Foligno, oltre ad essere incompatibili con precise normative della Regione Abruzzo, hanno anche avuto una netta bocciatura a livello istituzionale attraverso due risoluzioni approvate alla unanimità dal Consiglio Regionale, le quali prevedono la negazione dell’intesa dello Stato e la sospensione di ogni procedimento, da parte della Regione, per il rilascio di pareri o autorizzazioni. La Giunta regionale, che avrebbe dovuto dare sollecita attuazione alle risoluzioni, è invece rimasta totalmente inerte, tanto che il Collegio non manca di rilevare che le decisioni consiliari “non possono essere completamente disattese pena la trasmissione ai cittadini di uno svuotamento completo dell’istituto della rappresentanza politica”.
Vista la chiarezza del parere reso dal Collegio per le garanzie statutarie, perché non viene applicato? Perché rinviare ogni decisione in merito? In un Paese democratico la vicenda Snam, dati i pronunciamenti istituzionali di contrarietà a tutti i livelli, sarebbe già stata chiusa da tempo. Invece il devastante e pericoloso progetto della multinazionale del gas continua a restare in piedi e a minacciare diritti fondamentali dei cittadini, quali l’integrità ambientale, la sicurezza e la salute pubblica” Nei prossimi giorni i Comitati prenderanno le necessarie iniziative per proseguire la loro lotta democratica e civile contro l’ ecomostro della Snam.