LEGGE REGIONALE EDILIZIA, L’APPELLO DELL’ANCE

SULMONA – Sulmona ancora non recepisce la legge regionale sull’edilizia e l’Ance lancia un appello ai vertici di palazzo San Francesco affinchè sblocchino in tempi brevi questa situazione di stallo in cui la città ristagna. Si dice preoccupata l’associazione degli imprenditori edili territoriali. In una lettera, il presidente dell’Ance territoriale, Sergio Palombizio, afferma che “non si capisce perché oggi, dopo un brillante avvio della fase di pianificazione, l’azione amministrativa di rilancio delle attività produttive stia subendo una battuta d’arresto. Non vorremmo che diktat politici e veti incrociati, che poco hanno a che fare lo sviluppo della Valle Peligna, compromettano una virtuosa sinergia fra amministrazione e parti sociali e impediscano il raggiungimento degli obiettivi disegnati dalla legge in questione”. Spiega Palombizio che “Il settore edile con tutto il suo indotto, ripone le proprie speranze di ripresa nell’attuazione delle norme previste dalla legge regionale in oggetto che, come noto, deve necessariamente passare per il recepimento da parte dei comuni per la sua fattiva efficacia”. Preoccupazioni, spiega il presidente, “arrivano dai “tentennamenti dell’Amministrazione comunale, considerato che anche la più piccola dilazione dei tempi può comportare conseguenze drammatiche in un sistema produttivo già abbondantemente provato”. Ricorda che l’associazione dei costruttori “ha sempre contribuito in maniera costruttiva e responsabile ad importanti risultati amministrativi come quello del varo delle norme tecniche e del PRG, il piano chioschi, il regolamento per le strutture pubblicitarie, le norme sul PRT del Nucleo Industriale di Sulmona”. Non manca, infine, di far riferimento allo stato di recessione del territorio, alle criticità del settore edile e ad situazione di “squilibrio” nella Valle Peligna “preesistente che le ultime congiunture vedono persino aggravata, tanto da far presagire oggi un vero e proprio allarme sociale, con una disoccupazione che a livello locale ha raggiunto ormai un funesto 30%”.