Sì A FRUTTA E VERDURA DI STAGIONE, ATTENZIONE AI PESTICIDI

Siamo quasi a maggio e, nonostante la primavera stenti ad arrivare, si iniziano a vedere i vegetali di stagione: spinaci, peperoni, melanzane, agretti, kiwi. Non possono mancare gli asparagi, soprattutto quelli di campo. L’asparago è un ortaggio ricco di calcio, magnesio, fosforo, potassio, vitamina A, B6, C e fibre. Altro vegetale di stagione sono le fave, ricchissime di ferro. Ma si possono consumare anche rucola, broccoli, lattuga, radicchio, finocchi, carciofi, piselli, carote, cavolfiori, rape, ravanelli, porri e cicoria. Ma il frutto principe di questo periodo sono senz’altro le fragole: diuretiche, depurative, ricche di antiossidanti, calcio, ferro, magnesio, vitamina C, utile per aumentare l’assorbimento del ferro e stimolare la produzione di collagene nella pelle.

mercato cittadino

Le fragole devono comunque essere lavate accuratamente prima del consumo (senza togliere il picciolo), poiché crescono a contatto con il terreno e dunque possono trattenere microrganismi, antiparassitari o residui di altre sostanze nocive. Sarebbe meglio evitare quelle provenienti da Paesi stranieri e/o in stagioni diverse dalla primavera, perché subiscono lunghi viaggi o vengono congelate per mantenerne “la freschezza”, perdendo così gran parte dei nutrienti.

Non solo le fragole, ma anche i carciofi, sono ortaggi che trattengono la maggior quantità di residui chimici, se coltivati in modo convenzionale. Anche Lattuga, pomodori, cetrioli, mele conterrebbero le dosi residue più elevate di pesticidi interferenti endocrini, sostanze che possono alterare il metabolismo ormonale.In sostanza, la maggior parte dei vegetali che arrivano sulle nostre tavole sono trattati con diserbanti e pesticidi.

La frutta e la verdura sono spesso “aggredite” in tanti modi prima di raggiungere le nostre case: addosso a loro vengono spruzzate in abbondanza diverse sostanze perchè possano mantenere gli ortaggi più freschi, più a lungo; le raccoglitrici, i mezzi di trasporto e le bancarelle al mercato possono inoltre essere contaminate con batteri come listeria, salmonella, E. coli.La più alta percentuale di pesticidi si trova sulle mele (98%).I pesticidi e i fungicidi sono applicati sulla buccia delle mele dopo la raccolta perchè i prodotti possano essere conservati per un lungo tempo senza che marciscano.

Queste sostanze, anche in piccole quantità, sono dannose per la salute del nostro organismo.Con il passare del tempo si accumulano e finiscono per creare scompensi difficilmente riparabili.Basti pensare che meno di un mese fa è uscito uno studio scientifico che ha mostrato una correlazione tra i pesticidi e l’infertilità maschile.Naturalmente, con queste sostanze, i bambini corrono il rischio più serio.E’ ormai riconosciuto che i pesticidi costituiscono un rischio per gli apparati vitali che crescono e maturano, dal concepimento fino alla rapida crescita, passando attraverso l’infanzia.L’esposizione ai pesticidi e ad altri agenti chimici tossici durante la rapida fase della crescita può avere effetti avversi che durano nel tempo sia nell’infanzia che nella vita futura.

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Il metabolismo, la fisiologia e la biochimica del feto, del neonato e del bambino sono profondamente differenti da quelli degli adulti. Un organismo giovane è spesso meno abile a metabolizzare ed a neutralizzare gli agenti chimici tossici. Può essere molto più vulnerabile agli effetti nocivi dei pesticidi.Gli agenti chimici che danneggiano gli adulti in modo non misurabile possono danneggiare il sistema nervoso, il cervello, gli organi riproduttivi ed il sistema ormonale del feto e del bambino, in maniera impercettibile ed a volte permanente.

Il cervello ed il sistema endocrino in fase di crescita sono estremamente sensibili ai sottili cambiamenti dei livelli ormonali che sono segno di transizioni a differenti stadi della crescita.Il risultato è che esposizioni molto ridotte a pesticidi in momenti della crescita particolari, possono mimetizzarsi con normali sbalzi dei livelli ormonali e causare più danni che le esposizioni a dosi molto più alte, che il corpo non confonde con ormoni naturali.

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 Sei consapevole di ingerire una dose di 67 pesticidi con un gambo di sedano?Se stai mangiando sedano non biologico, questo è il numero di pesticidi che potresti star ingerendo.Attualmente i prodotti alimentari venduti nell’Unione Europea contengono più di 350 sostanze chimiche speciali, considerate “sicure”.

E ricordiamoci che pesticidi altamente tossici come il DDT, il clordano ed il dursban erano considerati sicuri per lo meno fino al giorno in cui l’agenzia per la protezione ambientale li ha banditi.

Sarebbe possibile abbassare il consumo di pesticidi di quasi 4/5 volte, semplicemente evitando i 12 alimenti più contaminati tra frutta e verdura e mangiando i prodotti meno contaminati, come riportato da molti studi scientifici. Questi alimenti incriminati sono:

  1. Sedano
  2. Pesche
  3. Fragole
  4. Mele
  5. Mirtilli
  6. Nettarine
  7. Peperoni dolci
  8. Spinaci
  9. Cavoli
  10. Ciliegie
  11. Patate
  12. Uva

 Mangiando spesso questi alimenti si è esposti ad una media di 10 pesticidi al giorno.

Le verdure meno probabili a risultare positive ai pesticidi sono le cipolle, il granoturco, i piselli dolci, gli asparagi, le verze, le melanzane e le patate dolci.Gli asparagi, il granoturco e le cipolle non avevano residui di pesticidi riconoscibili sul 90% o più dei campioni.I frutti meno probabili a risultare positivi a residui di pesticidi sono: avocado, ananas, mango, kiwi, melone domestico, cocomero, pompelmo e melone d’inverno.

In Europa, grazie anche al monitoraggio dell’EFSA e ad una attenta sorveglianza nutrizionale, sono stati stabiliti i tempi di sicurezza tra l’ultimo trattamento degli ortaggi e la raccolta, per ridurre al minimo i rischi per la salute del consumatore.Ma molti prodotti però provengono da paesi esterni all’Unione Europea, dove il controllo potrebbe non essere sempre così rigoroso. Il sospetto è che si sia creato un circolo vizioso: appena la Comunità europea ha vietato l’utilizzo di determinati pesticidi, le industrie hanno iniziato a venderli nei Paesi in cui ne è consentito l’uso; importando, quindi, determinati prodotti ortofrutticoli in Italia, le sostanze vietate arrivano ugualmente sulle nostre tavole.

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Sapere quali sono gli alimenti su cui rimangono maggiori tracce di pesticidi può aiutare noi consumatori ad adottare alcuni semplici accorgimenti prima di consumare frutta e verdura.

Per quello è fondamentale leggere le etichette degli alimenti.Purtroppo, sull’etichetta non è obbligatorio indicare il metodo di coltivazione, quindi bisogna basarsi su altri criteri per valutare come è stato coltivato un prodotto, ma non è comunque possibile distinguere tra pieno campo e serra (a meno che non si acquisti direttamente dal produttore).

Alcuni tipi di verdura si coltivano in serre non riscaldate, non solo per anticipare la raccolta di qualche settimana (grazie alla maggiore temperatura), ma anche per difendere il prodotto da pioggia, grandine, animali, evitare che si sporchi troppo e facilitarne la raccolta.

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In questi casi, è possibile evitare l’uso di pesticidi, e la forzatura è molto limitata.Poi ci sono le serre riscaldate, nelle quali si può coltivare tutto l’anno, con lo scopo di produrre verdura “fuori stagione”.

Coltivare la frutta in serra, invece, è più complicato, date le dimensioni degli alberi da frutto che non rendono conveniente la messa in serra: non a caso solo fragole e frutti di bosco si trovano tutto l’anno, mentre gli altri frutti si trovano solo in stagione, altrimenti significa che sono stati congelati, o che provengono dall’altra parte del mondo (dove le stagioni sono invertite).Proprio per questi motivi, sarebbe meglio optare per prodotti dalla provenienza certa, oppure scegliere il prodotto biologico.

I prodotti “a km zero”, infatti, sarebbero sempre da preferire, anche qualora non si tratti di un alimento “biologico” certificato, perché si presuppone che vengano coltivati, raccolti e quindi venduti nel territorio di origine, senza essere conservati per mesi (se vi capita di aprire una bellissima mela o pera e trovarla nera, significa che quel frutto è stato congelato e scongelato) o sottoposti a trattamenti volti a prolungarne la durata.

Via libera, quindi, a frutta e verdura acquistate al mercato, o anche al supermercato, ma controllando la provenienza e ovviamente la stagionalità.

Ma come tutelarsi dall’assunzione di queste sostanze?Ci sono alcuni piccoli accorgimenti che possiamo mettere in pratica.Molte sostanze inquinanti e pesticidi, che rimangono sulla superficie degli alimenti, sono lipofilici. Il semplice lavaggio con acqua non li elimina completamente.

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Vi consiglio 5 piccole regole:

  1. Se possibile acquistate cibo proveniente da agricoltura organica: si trovano nella maggior parte dei supermercati e provengono da coltivazioni in cui non dovrebbero essere utilizzati pesticidi e fertilizzanti chimici. Certo in tempi di incertezza economica come questi non è un consiglio sempre facile da seguire, ma potreste scoprire che non lontano da casa esiste un coltivatore locale di fiducia o iscrivervi, per contenere le spese, a un gruppo di acquisto solidale.
  1. Lavate attentamente frutta e verdura con acqua e bicarbonato: non servirà a rimuovere tutti i pesticidi, ma aiuta.
  1. Sbucciate gli alimenti prima del consumo: a parte i pesticidi sistemici, che attraversano la buccia e penetrano all’interno della polpa degli ortaggi, la maggior parte degli interferenti rimane concentrato sulla scorza esterna.
  1. Cercate di privilegiare gli alimenti meno contaminati.
  1. Dove possibile, coltivate qualcosa nel vostro orto, in giardino o nei vasi sul balcone. Spesso, per questioni di spazio, dovrete accontentarvi di modesti risultati, ma potete sempre scegliere di far crescere da soli e in condizioni controllate gli ortaggi che solitamente contengono più tracce di pesticidi, così avrete un problema in meno da risolvere.

 

 

Dott. Antonio Pacella

Medico Chirurgo

Specialista in Scienza dell’Alimentazione

Medicina e Chirugia Estetica

Riceve a Sulmona, Pescara, Roma

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